Fad
2017
The evolving role of Brentuximab Vedotin in CD30+ Lymphomas
Nel
corso degli ultimi vent’anni, con l’utilizzo di farmaci
finalizzati a colpire prevalentemente o esclusivamente le cellule patologiche
o volti a bloccare i passaggi chiave delle vie di segnalazione tumorale,
è stato possibile realizzare enormi passi avanti nel trattamento
delle neoplasie linfoproliferative croniche, specialmente nei casi in
cui gli antiblastici convenzionali si sono dimostrati inefficaci o controindicati.
Ciò, peraltro,contestualmente ad una riduzione considerevole
degli effetti tossici correlati alla classica chemioterapia.
Brentuximab vedotin, anticorpo monoclonale anti-CD30 coniugato con una
potente tossina in grado di interferire con la polimerizzazione della
tubulina, inibitrice cioè dell’assemblaggio del fuso mitotico,
è ormai entrato a far parte in maniera preponderante dell’algoritmo
di terapia del linfoma di Hodgkin e del linfoma a grandi cellule anaplastico
di derivazione T-linfocitaria: due neoplasie ematologiche estremamente
diverse tra loro in termini epidemiologici, di trattamento di induzione,
di successi terapeutici e di prognosi, ma accomunate dalla marcata espressione
dell’antigene CD30, vero e proprio bersaglio terapeutico.
Il linfoma di Hodgkin è da sempre considerato il fiore all’occhiello
dell’ematologo, in quanto caratterizzato dalla possibilità
di ottenere una guarigione con la sola prima linea di chemioterapia
nel 70-80% dei casi.
Nei pazienti che tuttavia ricadono o che risultano refrattari al trattamento
di induzione, la prognosi peggiora: laddove le condizioni cliniche lo
permettono, la terapia di salvataggio, la raccolta delle cellule staminali
e il trapianto autologo possono realizzare una remissione completa in
almeno un caso su due. In certe situazioni, tuttavia, il paziente non
può essere sottoposto a trapianto autologo, vuoi per l’età
avanzata o lo scadimento clinico, vuoi – ed è questo il
caso più frequente – per la persistenza di malattia anche
dopo un’adeguata chemioterapia di salvataggio, fattore questo
che ne condiziona pesantemente la prognosi.
Ancora, esiste una fetta di pazienti la cui malattia si ripresenta anche
dopo l’autotrapianto e per i quali è richiesta nuovamente
la riduzione della taglia di malattia in vista di un possibile trapianto
allogenico.
Il linfoma a grandi cellule anaplastico, come in generale tutti i linfomi
a cellule T periferiche, si caratterizza per una prognosi decisamente
peggiore rispetto al linfoma di Hodgkin: difficile può essere
il controllo della malattia già dalla fase di induzione, e decisamente
scarse – nonché marginalmente efficaci – sono le
opzioni di trattamento per il paziente in ricaduta, spesso anziano o
difficilmente trapiantabile.
È dunque in questi contesti, specificamente nel paziente con
linfoma di Hodgkin ricaduto o refrattario dopo trapianto autologo o
dopo almeno due linee di terapia quando non candidabile a trapianto
autologo o ad ulteriore poli-chemioterapia, o ancora nel paziente ad
aumentato rischio di progressione o ricaduta in seguito a trapianto
autologo, nonché nel paziente affetto da linfoma a grandi cellule
anaplastico ricaduto o refrattario dopo almeno una linea di trattamento,
che Brentuximab vedotin trova i suoi campi di applicazione.
A diversi anni dalla sua approvazione, sulla scorta di numerosi studi
registrativi e post-registrativi che ne hanno sancito l’efficacia
e la sicurezza in questa molteplicità di contesti, e a fronte
di una maturata esperienza nei diversi ambiti di impiego, diventa necessario
“fare il punto” della situazione. Un ottimo modo per farlo
è confrontare la propria diretta esperienza con quella di altri
Colleghi ematologi attivi sul territorio nazionale affrontando lo studio
di casi clinici che coprono tutte le situazioni in cui Brentuximab Vedotin
può rappresentare una valida strategia di trattamento.
...
Casi clinici:
![]() |
1)
Brentuximab Vedotin in Hodgkin lymphoma: the pre-autologous transplantation setting ![]() |
A.
Broccoli Bologna |
2)
Brentuximab Vedotin as opportunity for an integrating approach in
a very high risk Hodgkin lymphoma patient![]() |
F.
Merli Reggio Emilia |
|
3)
Brentuximab Vedotin as consolidation therapy after autologous hemopoietic
stem cells transplantation in a patient with Hodgkin lymphoma![]() |
M. Cantonetti Roma |
|
4
)Brentuximab Vedotin in ALCL: experience of Oncohematology Unit, Terni ![]() |
R. Martiniani |
|
5)
Durable long–term remission of CD30+ anaplastic lymphoma in
second relapse treated with Brentuximab Vedotin![]() |
S. Hohaus Roma |
|
6)
Safety and efficacy of long term Brentuximab Vedotin therapy in
an AIDS patient affected by Anaplastic Large T Cell Lymphoma![]() |
F. De Angelis Roma |
Responsabile scientifico:
Dott. Alessandro Broccoli
Con il contributo non condizionato di
Per qualsiasi problema tecnico è possibile inviare un e-mail a luigi@netdata.it